by Massimo Maggiore, Reguzzoni Marco –
Con la recente sentenza dell’11 novembre 2018 il Tribunale di Torino ha negato la tutela prevista dagli artt. 98 e 99 del Cod. Prop Ind. per le informazioni segrete in quanto ha ritenuto insufficienti l’allegazione e la prova circa il diritto invocato dalla ricorrente.
Nella controversia in esame la ricorrente, infatti, si era limitata a produrre un hard disk contente circa 600.000 file, asseritamente sottratto ed abusivamente utilizzato dalle controparti, specificando solamente che si trattava di disegni e layout tecnici di macchinari. Non era stato invece evidenziato il contenuto di detti disegni, a quali macchinari e processi produttivi si riferissero, quale fosse la loro valenza innovativa e infine quali migliorie apportassero allo stato della tecnica noto e standardizzato.
A fronte di ciò, il Tribunale di Torino ha quindi ab origine escluso che si potesse anche solo sostenere l’esistenza di un segreto industriale tutelabile, dato che il know-how necessita anzitutto di essere puntualmente identificato nel suo contenuto e anche nel “valore aggiunto” in termini concorrenziali che la sua conoscenza comporta.
Da questa pronuncia sorge quindi un chiaro problema di natura pratica per le imprese: come si possono allegare e provare puntualmente le informazioni segrete che formano il know-how sviluppato nell’ambito della propria attività imprenditoriale?
A parere di chi scrive, una soluzione efficace (forse la più efficace considerata anche la facilità d’uso) è data dall’innovativa tecnologia della Blockchain e in particolare della Blockchain c.d. pubblica, come ad es. quella di Bitcoin.
Blockchain di questo tipo, in quanto registri distribuiti immutabili, possono infatti facilmente essere utilizzati dalle imprese per dimostrare l’esistenza e la proprietà di un segreto commerciale in un determinato momento. Da sottolineare poi che il requisito essenziale della segretezza non è compromessa: infatti, quando si registrano informazioni sulla blockchain, le uniche informazioni pubblicamente disponibili sono l’hash e il timestamp che indica quando si è verificata la registrazione sulla blockchain.
Rimane in ogni caso aperto il problema relativo all’organizzazione e alla verifica della stessa valenza innovativa delle informazioni riservate. In questo contesto si inseriscono servizi di certificazione sulla Blockchain di asset di proprietà intellettuale come creativitysafe.com, che consente non solo la registrazione delle informazioni sulla Blockchain di Bitcoin, ma offre l’ausilio di avvocati specializzati circa le modalità di presentazione delle informazioni di cui si pretende di preservare la segretezza, con particolare riguardo alla individuazione del contenuto e della valenza innovativa delle informazioni da proteggere, così da poter rendere possibile la rapida creazione di un inventario dii segreti commerciali o industriali privati effettivamente tutelabile. Non solo. La piattaforma creativitysafe.com consente anche di creare un vero e proprio dossier a tal fine, che l’utente può (e anzi deve) mantenere segreto sulla piattaforma, evitando così di pregiudicare uno dei principali presupposti della tutela, ma al contempo mantenendo in maniera strutturata e organica tutta la documentazione registrata sulla Blockchain.
La tutela dei segreti aziendali non è valorizzata dalle imprese come si dovrebbe- Spesso la ricchezza aziendale è data, più che da brevetti, marchi o altri asset di proprietà intellettuale, da un insieme di conoscenze diffuse sviluppate negli anni che rappresentano il cuore del modo di fare business e che non possono essere lasciate alla mercè di chiunque. Tanto più nella corrente epoca della digitalizzazione che consente il trasferimento di conoscenze riservate tramite una banale copiatura di interi server aziendali.
La blockchain (e CreativitySafe) offre uno strumento comodo ed efficace per far valere i diritti afferenti alle informazioni segrete contro dipendenti e terzi concorrenti sleali.
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TRADE SECRETS, KNOW-HOW AND BLOCKCHAIN
In a recent decision on 11 November 2018, the Court of Turin denied the protection provided for trade secrets under Articles 98 and 99 of the CPI (namely the Italian Industrial Property Code) based on a lack of evidence and allegations with respect to the right invoked by the claimant.
Indeed, in the dispute at hand, the claimant only submitted a hard disk containing about 600,000 files, allegedly stolen and misappropriated by the defendants, only specifying that they consisted in technical drawings and machinery layout. In fact, it had not been highlighted the content these drawings refer to though, their innovative value as well as the improvements they made to the known and standardized state of the art.
In the light of this considerations, the Court of Turin has ruled out the possibility of even claiming the existence of a protectable trade secret, given that the know-how must first of all be punctually identified in its content and also in the “added value” in competitive terms that it embeds.
Though a clear practical problem for enterprises arises from this decision: how can entrepreneurs precisely prove the information that constitutes the know-how developed in connection with their own activity?
Currently, one and perhaps the most effective solution can be found in the innovative technology represented by Blockchain and in particular in the so-called “public blockchain” used, among others, for Bitcoin.
This type of blockchain, as an immutable distributed ledger, can in fact be easily used by companies to prove the existence and ownership of a trade secret at a given time. It should be noted that the essential requirement of secrecy is not compromised: in fact, when registering information on the blockchain, the only information publicly available is the hash and the timestamp that indicates when the chain of blocks operation occurred.
It remains open, however, the problem related to the organization and verification of the very innovative value of the confidential information. This is where the services providing blockchain certificates alike CreativitySafe.com come up, since it provides services not only to register information on Bitcoin’s Blockchain, but also the professional support of specialized lawyers to verify how the information which need to protected as trade secrets must be presented, in particular with reference to the identification of the content and innovative value of these information, with the aim to quickly create an inventory of private trade and industrial secrets capable of being effectively protected and enforced. But in addition, there is something else. The online platform creativitysafe.com, in fact allows to create a proper dossier to this purpose, with the result that the user can -and should- keep secret on the same platform, avoiding to jeopardising the formal requirement to keep the information secret, but at the same time mantaining all the documentation registered on the Blockchain’s immutable ledger in a structured and organic manner.
Trade secrets have long been neglected in the IP strategy of companies and SMEs, but often the company’s wealth is given, more than by patents, trademarks or other assets of intellectual property, by a set of knowledge developed over the years that represents the true core of the company’s business and, thus, cannot be left at the mercy of anyone. This statement is even more true in the current era of digitization, which allows the transfer of confidential knowledge simply through copying entire company servers.
The blockchain (and CreativitySafe) offers now a convenient and effective mean of enforcing rights against employees and unfair competitors.