by Marcello Esposito, CEO.
Dopo una lunghissima gestazione, vede finalmente la luce la Direttiva sul diritto d’autore (per il comunicato stampa della Commissione Europea leggi qui). E’ un grande risultato che riequilibra i rapporti di forze tra i creativi, gli editori e i giganti del web nella nuova econdomia digitale. E’ una soluzione perfetta? No, ma è un buon compromesso e, soprattutto, è un inizio. Si afferma il principio che il diritto d’autore va tutelato e remunerato. Chi guadagna sulla condivisione dei contenuti prodotti da altri deve condividere i suoi guadagni. Allo stesso tempo, si superano gli ostacoli alla libertà di espressione (e di citazione) delle prime versioni della Direttiva.
Molti commnetatori sono spaventati dal fatto che YouTube, Facebook … dovranno filtrare i contenuti caricati dagli utenti per vedere se violano il copyright. La loro preoccupazione è se gli algoritmi non funzionano, …. Beh, è’ una questione di “mercato”. Se gli algoritmi di filtraggio non funzionano, le persone abbandoneranno la piattaforma in questione per abbracciarne un’altra i cui algoritmi funzionano. E se la tecnologia non consente ancora un filtraggio adeguato? Beh … la ns Facebook dovrà dotarsi, come ogni buon giornale, di un comitato editoriale, di personale umano dotato di buon cervello, etc etc
Ma questi sono quasi “dettagli” tecnici. Perchè questa Direttiva è così importante?
a) dimostra chiaramente come su certe materie sia oramai inpensabile un approccio “nazionale”: pensiamo seriamente che l’Italia o anche la Germania sarebbero state in grado da sole di contrastare i giganti del web?
b) dimostra chiaramente quale sia il terreno su cui si debba muovere l’Europa nel suo assetto istituzionale attuale: mettiamo da parte sogni irrealizzabili (tipo gli Euro bond) o obiettivi che possono essere più semplicemente conseguiti con gli strumenti nazionali. Concentriamoci sulla tutela dei consumatori e dei produttori nell’ambito dell’economia globalizzata.
c) dimostra chiaramente che … “si può fare” ! Basta con le scuse sulla impossibilità di tassare i giganti del web o le grandi aziende che sfruttano i paradisi fiscali europei. L’accesso al mercato unico non deve e non può più essere regalato ai furbi.
d) dimostra chiaramente che le battaglie per la equità “economica” vanno di pari passo con le battaglie per la equità “sociale”.